Creature viventi che si muovono sul suolo di Venere, immortalate in un video ripreso 30 anni fa. L’incredibile rivelazione arriva da un astrobiologo russo Leonid Ksanfomaliti, esponente di spicco dell’Istituto di ricerca spaziale dell’Accademia russa di Scienze, che ha pubblicato sulla rivista ” Astronomicheskii Vestnik” un articolo in cui afferma che in un lungo video panoramico, la sonda Venera 13 catturò scene di vita aliene.
Si torna indietro fino al 1970. Il mondo era ancora diviso in due blocchi contrapposti. L’Occidente aveva appena vinto la corsa alla Luna, portando sul
nostro satellite il primo modulo Apollo con a bordo gli astronauti americani. Ma l’Urss non era rimasta a guardare: in quello stesso anno lanciò Venera 7, la prima sonda con il
compito di analizzare la superficie del pianeta Venere. Nel corso degli anni, i lanci si susseguirono, fino alla fatidica Venera 13, che nel 1982 riprese il bollente suolo venusiano registrando
oltre due ore di filmato. Proprio in quelle immagini sarebbero contenute le prove- mai rivelate finora- di forme di vita extraterrestre.
A metterlo nero su bianco, a tanti anni di distanza, è Leonid Ksanfomaliti, esponente di spicco dell’Istituto di ricerca spaziale dell’Accademia russa di Scienze. In un articolo pubblicato sulla
rivista ” Astronomicheskii Vestnik” afferma infatti che in quel lungo video panoramico la sonda catturò scene di vita aliene.
“Senza entrare nella concezione attuale in base alla quale la vita sarebbe impossibile su Venere in virtù della sue condizioni proibitive- scrive lo scienziato-
possiamo tuttavia dire che determinate caratteristiche morfologiche ci permettono di ipotizzare che alcuni oggetti ripresi sulla superficie del pianeta abbiano qualità di esseri viventi“.
Un’affermazione clamorosa. L’articolo menziona tre distinte immagini nelle quali è possibile riconoscere esseri dotati di vita: “un disco dalla forma mutevole“, “una macchia nera” e qualcosa che
può essere paragonato ad ”uno scorpione“. Il Professor Ksanfomaliti sostiene che gli oggetti - di dimensioni comprese tra i 10 centimetri e il mezzo metro- sono rimasti costantemente in
movimento, rendendo alquanto improbabile giustificarli come semplici guasti tecnici della telecamera.
Il più interessante di tutti è quello dall’aspetto di scorpione, i cui movimenti vennero registrati per ben 26 minuti prima che scomparisse.
Lo scienziato russo sostiene anche il frastuono prodotto dalla sonda in fase di atterraggio sulla superficie di Venere possa aver spaventato le altre creature venusiane: ecco perchè in
seguito ulteriori video non riuscirono più a catturare altre forme viventi.
Ma perchè Ksanfomaliti ne parla solo ora? Trent’anni fa- confessa- aveva già capito che quei filmati potevano avere un contenuto straordinario e spettacolare, ma per timore di passare
per pazzo aveva preferito mantenere il silenzio. Timore evidentemente ormai svanito: alla sua età, non ha più nulla da chiedere alla sua carriera e nulla da perdere. Ma soprattutto, spiega
l’astrobiologo, negli ultimi mesi si è creato un clima di maggior apertura verso le tematiche aliene. “La nuova ondata di ricerche incentrate sulla scoperta di pianeti simili alla Terra esterni
al nostro Sistema solare mi hanno convinto a riportare alla luce quei vecchi dati.”
L’articolo di Ksanfomaliti ha sollevato, com’era prevedibile, molta agitazione nel mondo scientifico e molta incredulità. I colleghi della Nasa hanno subito voluto precisare che – per le temperature elevatissime che si raggiungono sulla superficie del pianeta così luminoso nella volta celeste da sembrare una stella- sono frequenti casi di deformazioni ottiche. Spesso i telescopi sembrano inquadrare oggetti dalle strane forme geometriche in realtà inesistenti: si tratta solo di riflessi.
Scettici anche gli scienziati russi. Pur riconoscendo la serietà e la competenza del Professor Ksanfomaliti, prendono le distanze dalle sue conclusioni. Il motivo principale è legato proprio alla
natura di Venere: un vero inferno. “È un pianeta con una pressione 92 volte maggiore di quella della Terra e con una densissima atmosfera formata essenzialmente da anidride carbonica -
precisa Aleksandr Bazilevsky, capo del dipartimento di Geochimica dell’Accademia russa di Scienze. “Lassù il clima è a dir poco bollente. La vita, come la conosciamo noi, si basa sulle proteine e
nessuna proteina potrebbe resistere ad una temperatura superiore ai 500 °C“.
Appunto: nessuna delle forme di vita conosciute finora…