Ho iniziato a selezionare articoli scritti da ricercatori ed esperti che, nel passato, hanno scelto le testate da me dirette per divulgare il loro lavoro in Italia. L’articolo che segue, a firma del fisico americano Jack Sarfatti, risale al 2004 ed è stato pubblicato su “Area 51″ nel 2006, ma conserva inalterata la sua forza, soprattutto in relazione all’arrogante conservatorismo del fronte scientista italiano rappresentato dal Cicap.
Jack Sarfatti in albergo a Roma, in posa con la rivista "Area 51". (Foto: Paola Harris)
Ho iniziato a selezionare articoli scritti da ricercatori ed esperti che, nel passato, hanno scelto le testate da me dirette per divulgare il loro lavoro in Italia. L’articolo che segue, a firma del fisico americano Jack Sarfatti, risale al 2004 ed è stato pubblicato su “Area 51″ nel 2006, ma conserva inalterata la sua forza, soprattutto in relazione all’arrogante conservatorismo del fronte scientista italiano rappresentato dal Cicap.
Tutte le teorie di Einstein sono ancora valide? Un fisico americano affronta la relazione fra gravità e consapevolezza, fra poteri mentali e tunnel spaziali: la coscienza nascerebbe da un campo fisico universale di informazione
Maurizio Baiata
“Nella fisica cinetica di Newton, lo spazio ha una realtà fisica… che potremmo definire ‘Etere della fisica’… Se Newton chiamava lo spazio della fisica ‘assoluto’, egli stava già pensando ad una sua altra proprietà, che chiameremo ‘Etere’. Ogni oggetto fisico influenza, ed in generale viene influenzato, a turno, dagli altri. L’ultimo, comunque, non appartiene realmente all’Etere della fisica newtoniana. La proprietà di ‘produzione di inerzia’ di questo Etere, in accordo con la fisica classica, è precisamente quella di non essere influenzabile, né da una configurazione della materia, né da altro. Per questo motivo, dovrebbe essere chiamata ‘assoluta’.”
Il fisico David Bohm ha dimostrato che l’incontrollabile casualità quantica deriva dal preciso carattere assoluto del campo quantico di informazione
attiva-inattiva sulla geometria spaziale. La strada da seguire è esattamente quella presa da Einstein con la gravità. Il punto è che solo nella non-fisica di Bohm (il termine è di Basil Hiley),
il campo di informazione quantica è un oggetto fisico come lo intendeva Einstein. Esso è fisico, ma non materiale. È un oggetto fisico esistente al di là della geometria
spazio-tempo.
Così il legame comune tra gravità e coscienza è la diretta retro-azione della “materia” classica. La retro-azione della materia classica nello spazio-tempo classico è la gravità classica. La retro-azione della materia classica al di là dello spazio-tempo, nel campo non-locale di informazione attiva-inattiva di Bohm, è la mente senziente. Una mente senziente richiede un campo di Bohm macroscopico, robusto e fase-coerente, che connetta, o leghi assieme, non-localmente e in maniera controllabile, parti separate di materia cerebrale. Questo richiede certamente una protezione contro la perdita di coerenza, come nella teoria di Frohlich, o come in svariati meccanismi suggeriti da Del Giudice, Preparata e Hameroff. Questa connessione comune tra gravità e coscienza, nei termini descritti dalla teoria einsteniana di retro-azione, fu usato da Eugene Wigner, anche se in modo differente, nelle sue ricerche sul problema mente-corpo. La retro-azione influenzò il programma di ingegneria metrica di Puthoff, Haisch e Rueda, finanziato dal progetto NASA per scoprire “innovativi metodi di propulsione senza carburante”.
Uri Geller e Jack Sarfatti, 4 Ottobre 2006 (Foto: Paola Harris)
Se è possibile piegare un cucchiaino di metallo a distanza (il famoso effetto Uri Geller), deve essere anche possibile far volare un veicolo spaziale solamente col potere della mente, il che ci
riporta al concetto di Dimi Chakalov sul “mind-aided vacuum” (vuoto in cui la materia non esiste, controllato con l’ausilio dalla mente). Tutti i concetti perdenti (i limiti imposti dalla fisica
classica, N.d.R.) andrebbero impacchettati e gettati via.
Questa è una breve porzione di un documento più esteso e molto tecnico da me redatto, che fornisce alcune indicazioni sul ruolo di Dio nell’Universo materiale, sulla base del realismo post-einsteniano. Il classico Universo solido e granitico di geometria spazio-temporale, piegato dalla materia per generare gravità, è immerso in un più vasto iperspazio di informazioni quantiche simili al pensiero. Questo campo fisico universale di informazione quantica che esiste aldilà dello spazio-tempo non è materiale, ma è comunque reale ed influenza il movimento della materia nello spazio ordinario. La nostra coscienza è generata dalla reazione diretta della nostra intera materia cerebrale in risposta a questo campo di informazione quantica. Vale a dire che il warping (la distorsione) del campo di informazione quantica, esercitato dalla massa materiale del nostro cervello, genera le nostre esperienze soggettive interiori. Einstein disse che non credeva che Dio giocasse a dadi con l’Universo. Quando (Egli-Lei) lo fa, influenza il dado quantico per generare la nostra coscienza.
Esiste attualmente un intero Universo che si muove attraverso il panorama di un campo di energia senziente Q* (=Quantico). Questo campo di energia senziente Q* è ciò che Philip K. Dick chiamava
Valis, acronimo di “Vaste Active Living Intelligent System” (Vasto Sistema di Intelligenza Viva e Attiva). È quello che Stephen Hawking chiama la Mente di Dio, o ciò che Olaf Stapledon chiama
Star Maker (costruttore di stelle), o quello che I. J. Good chiama GOD(D), mentre Gene Roddenberry e i produttori di “Star Trek” lo chiamavano Il Q-Continuum. Il campo di informazione di Bohm fu
chiamato “La Forza” nel film “Guerre Stellari”. Ecco perché io uso ogni tanto la definizione di John Archibald Wheeler di Forza-senza forza, dove forza è la forza della meccanica newtoniana, e la
Forza è l’influenza non-meccanica dell’informazione quantica obiettiva sulla geometria materiale classica. Ricordate, noi continuiamo ad avere il problema tempo, avendo a che fare con la gravità
quantica. Deutsch lo definisce il problema rompicapo.
Comunque, le diverse istantanee di differenti momenti di tempo possono essere connesse fra loro da tubi traversabili, o wormholes (faglie o buchi nel tessuto spazio-tempo), tenuti aperti da invisibili campi fisici. Questo permetterebbe di viaggiare nel passato, generando un tipo di insieme di istantanee (ossia diversi momenti di tempo) collegate tra loro, che Deutsch chiama Multiverso. Analizzando l’Universo in maniera grezza (affidandoci solo alla fisica classica, N.d.R.), non riusciamo a vedere i tubi o i warmholes traversabili che collegano le diverse istantanee temporali su scala sottile. Intendo dire che l’imboccatura di un tunnel spaziale larga qualche chilometro è zero, in una scala anche di pochi anni luce. Così il Valis, o campo di energia senziente post-quantica, sta guidando l’attuale istantanea grezza (il presente, N.d.R.) che stiamo vivendo come il nostro Universo in espansione, almeno finché la retro-azione provocata da questa geometria della materia in evoluzione non la modificherà. Questa sarebbe la co-evoluzione della Mente di Dio con l’Universo materiale. Questo è simile alla visione di Teilhard de Chardin, che ci fa capire che i viaggi temporali nel passato (che hanno una consistenza propria), sono coinvolti globalmente, su una scala sottile, con i fenomeni più grezzi, nella costruzione della realtà.
Un tunnel spaziale
Laurea in Fisica alla Cornell University nel 1960, Master in Fisica nel 1967 (UCSD), Dottorato in fisica nel 1969 (UCR),
Sarfatti è stato assistente di cattedra in Fisica alla San Diego State University dal 1967 al ‘71 e attualmente i suoi impegni lo dividono tra La Jolla e San Francisco. Sarfatti ha lavorato per
il programma PACE della Marina degli Stati Uniti nel 1971 a bordo della Ticonderoga, e nel 1987 a bordo del The Ranger, unità di stanza nell’Oceano Indiano. È stato consulente per l’American
Intelligence Community, lavorando quindi su diversi libri, come l’edizione tascabile del “Sudoplatov’s Special Tasks”, collaborando quindi con Robert Conquest, della Stanford University’s Hoover
Institution of War and Peace. Ha lavorato anche come consulente scientifico per la difesa, in seno allo staff scientifico voluto da Reagan durante la sua amministrazione, un gruppo operante
nell’Istitute for Contemporary Studies di San Francisco, diretto da A. Laurence Chickering e organizzato da Ed Meese e Cap Weinberger.
Diversi studiosi rifiutano le tesi di Sarfatti riguardanti la validità dei fenomeni PSI* e ESP*, come ad esempio la Remote Viewing *(vista, o visione, a distanza.
Le migliori menti del pianeta
John Archibald Wheeler
Fisico Statunitense (Jacksonville, Florida, 1911). Professore di fisica all’Università di Princeton dal 1947, partecipò alle ricerche del Progetto Manhattan che culminò nella costruzione della
bomba H. Nel 1953, assieme a D.L. Hill, propose il concetto di modello collettivo del nucleo atomico, e con Niels Bohr definì le caratteristiche del modello a goccia. Occupatosi poi di relatività
generale, elaborò una teoria secondo cui lo spazio-tempo non ha una geometria ben definita, ma risuona fra geometrie diverse, con fluttuazioni rilevabili solamente su scala microscopica. A lui
inoltre va il merito di aver concepito la teoria dei tunnel spazio-tempo chiamati Wormholes.
Stephen W. Hawking
Fisico e cosmologo inglese (Oxford 1942). Ha studiato presso le Università di Oxford e Cambridge. Nonostante un grave handicap dei movimenti e della parola, è divenuto professore di matematica e
fisica teorica a Cambridge e ha conseguito importanti risultati scientifici elaborando una teoria della relatività quantizzata per spiegare alcuni fenomeni cosmologici, quali il Big Bang e i
Buchi Neri. Ha proposto una teoria quanto-meccanica della gravità che collega questa con le altre tre categorie di interazioni: nucleare debole, nucleare forte, elettromagnetica. Ha scritto
“Superspace and Supergravity” (1981) e il più famoso “A Brief History of Time” (1988, “Dal Big Bang ai Buchi Neri” Rizzoli, 1998).