Scoperti i due buchi neri più massicci dell’universo
Un team di astronomi tra cui Karl Gebhardt e lo studente Jeremy Murphy, della University of Texas ad Austin, hanno scoperto i buchi neri più massicci mai osservati – due mostri del peso fino a 10
miliardi di volte quello del Sole e che minaccia di consumare qualsiasi cosa, anche la luce, all’interno di una regione cinque volte la dimensione del nostro sistema solare. La ricerca è stata
pubblicata sul numero dell’8 dicembre della rivista Nature, in un articolo in evidenza dello studente Nicholas McConnell e del professore Chung-Pei Ma della University of California, Berkeley.
Gebhardt e Murphy hanno guidato un tentativo di sfruttare il potente spettrografo Mitchell per studiare queste galassie. All’inizio di quest’anno, avevano annunciato il precedente detentore del
record di massa di buco nero nella galassia M87, che è pari a 6,7 miliardi Soli. “Essi diventano sempre più grandi“, ha detto Gebhardt. Il nostro buco nero misurato in M87 è sminuito da questi
2 veri mostri scoperti. E’ tutto molto eccitante, perché ci dice qualcosa di fondamentale in merito alla formazione delle galassie“. “Avevamo bisogno di simulazioni al computer che possono
ospitare tali enormi cambiamenti di scala“ ha detto inoltre Gebhardt. “Questo può essere fatto solo su un supercomputer.”
Raffigurazione dei buchi neri
Il team ha utilizzato il supercomputer al Texas Advanced Computing Center (TACC) dell’Università del Texas ad Austin. I buchi neri in questione sono al centro delle due galassie a più di 300
milioni di anni luce dalla Terra, e possono essere i resti oscuri di alcune delle galassie molto luminose, chiamati quasar, che hanno popolato l’universo primordiale. Nelle fasi iniziali
dell’universo c’erano un sacco di quasar o nuclei galattici attivi, e alcuni avrebbero dovuto essere alimentati da buchi neri grandi 10 miliardi di masse solari o più. Non dimentichiamo che noi
possiamo osservare questi oggetti soltanto come erano 300 milioni di anni fa, per cui i ricercatori si chiedono come potrebbero essere allo stato attuale se già a quei tempi erano così
mostruosamente grandi. Questi due nuovi buchi neri supermassicci sono simili per massa ai quasar giovani, e possono rappresentare l’anello mancante tra il quasar e i buchi neri supermassicci che
vediamo oggi. I buchi neri sono alte concentrazioni di materia che producono forti campi gravitazionali a cui anche la luce non può sfuggire. Mentre le stelle che esplodono, chiamate supernovae,
possono lasciarsi alle spalle la massa di una singola stella, i buchi neri supermassicci sono probabilmente cresciuti dalla fusione di buchi neri e catturando un gran numero di stelle e di enormi
quantità di gas. Uno dei buchi neri recentemente scoperto, presenta 9,7 miliardi di masse solari e si trova nella galassia ellittica NGC 3842, che è la più luminosa galassia nel gruppo del Leone
che si trova a 320 milioni di anni luce in direzione della costellazione del Leone. Il secondo è più grande, e si trova nella galassia ellittica NGC 4889, che è la più luminosa galassia
dell’ammasso della Chioma a circa 336 milioni di anni luce dalla Terra in direzione della costellazione della Chioma di Berenice. Secondo McConnell, questi buchi neri hanno un orizzonte degli
eventi – il bordo dal quale nemmeno la luce può sfuggire – pari a 200 volte l’orbita della Terra, o cinque volte l’orbita di Plutone. Al di là dell’orizzonte degli eventi, ogni buco nero ha un
effetto gravitazionale che si estende su una sfera di 4.000 anni luce. “Per confronto, questi buchi neri sono pari a 2.500 volte la massa del buco nero posto centro della Via Lattea, il cui
orizzonte degli eventi è 1/5 dell’orbita di Mercurio“, ha detto McConnell. Questi buchi neri super massicci sono rimasti nascosti fino ad ora forse perché i gas sopravvissuti divennero stelle che
da allora orbitano pacificamente. Gli astronomi ritengono che molte, se non tutte le galassie, hanno un enorme buco nero al centro, di dimensioni direttamente proporzionali alla grandezza della
galassia. Il più grande dei buchi neri si trova nella galassia ellittica, ipotizzando il risultato dalla fusione di due galassie a spirale. “Per un astronomo trovare questi buchi neri equivale a
incontrare gente alta nove metri per un archeologo, la cui grande altezza era stata soltanto dedotta dalle ossa fossilizzate. Come hanno fatto a crescere così tanto?” Lo scienziato poi ironizza
sul finale: ”questa scoperta rara ci aiuterà a capire se questi buchi neri hanno avuto genitori molto alti o hanno mangiato un sacco di spinaci”.
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Fonte: http://www.meteoweb.eu/2011/12/astronomia-scoperti-i-due-buchi-neri-piu-massicci-delluniverso/101665/