Scoperta una remota galassia che crea 100 stelle ogni anno
il mistero di una insolita pulsar
SCOPERTA UNA REMOTA GALASSIA CHE CREA 100 STELLE OGNI ANNO
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Gli astronomi della NASA usando i telescopi spaziali Spitzer e Hubble hanno scoperto che una delle galassie più distanti conosciute sforna stelle a un ritmo incredibilmente alto. La galassia,
chiamata GN-108036, è la più luminosa mai trovata fino ad oggi a così grandi distanze. La galassia, che è stata scoperta e confermata usando telescopi terrestri, dista 12,9 miliardi di anni luce
di distanza. I dati di Spitzer e di Hubble sono stati utilizzati per misurare l’alto tasso di produzione di stelle, equivalenti a circa 100 soli all’anno. Per riferimento, la nostra Via Lattea è
circa cinque volte più grande e 100 volte più massiccia di GN-108036, ma rende circa 30 volte in meno ogni anno. “La scoperta è sorprendente perché studi precedenti non avevano trovato queste
brillanti galassie nella storia dell’universo," ha dichiarato Mark Dickinson del National Optical Astronomy Observatory di Tucson, in Arizona “Forse tali indagini erano troppo piccole per trovare
galassie come GN-108036. Può essere un oggetto speciale, molto raro, che ci è capitato di catturare durante una raffica estrema di formazione stellare.” Il team internazionale di astronomi,
guidati da Masami Ouchi dell’Università di Tokyo, in Giappone, hanno indicato per primi la galassia remota dopo la scansione di una larga chiazza di cielo con il telescopio Subaru in cima a Mauna
Kea, alle Hawaii. La sua grande distanza è stata poi confermata con cura con il WM Keck Observatory, anch’esso presente sul Mauna Kea. “Abbiamo controllato i nostri risultati in tre diverse
occasioni nell’arco di due anni, e ogni volta è stata confermata la misura precedente," ha detto Yoshiaki Ono dell’Università di Tokyo, autore principale di un nuovo giornale dove sono riportati
i risultati sulla rivista Astrophysical Journal. GN-108036 si trova a soli 750 milioni di anni dopo la creazione del nostro universo, valutato a 13.7 miliardi di anni. La sua luce ha impiegato
12,9 miliardi di anni per giungere fino a noi, quindi la vediamo com’era in un passato remotissimo. Gli astronomi riferiscono della distanza di un oggetto attraverso il suo redshift, che si
riferisce a quanto la sua luce risulti spostata verso il rosso, dovuta all’espansione dell’universo. Gli oggetti con redshift più grandi sono più lontani e si vedono più indietro nel tempo.
GN-108036 ha un redshift di 7,2. Solo una manciata di galassie hanno confermato redshift superiore a 7, e solo due di queste sono state segnalate ad una distanza maggiore. Osservazioni ad
infrarossi da parte dei soliti Spitzer e Hubble sono state cruciali per la misurazione dell’attività della formazione stellare. Gli astronomi sono rimasti sorpresi nel vedere una grande
esplosione di formazione stellare della galassia, perché è così piccola e di tale epoca precoce. Ai tempi in cui le galassie erano in formazione, nei primi centinaia di milioni di anni dopo il
Big Bang, erano molto più piccole di quanto non lo siano oggi. Durante questa epoca, come l’universo si è espanso e raffreddato dopo l’inizio esplosivo, gli atomi di idrogeno che permeano il
cosmo hanno formato una fitta nebbia opaca alla luce ultravioletta. Questo periodo, prima che le prime stelle e le galassie si formassero e illuminassero l’universo, viene denominato “secoli
bui”. L’epoca si è conclusa quando la luce delle prime galassie attraversò il gas opaco, rendendolo trasparente. Galassie simili a GN-108036 possono aver giocato un ruolo importante in questo
evento. “L’elevato tasso di formazione stellare trovato per GN-108036 implica che stava rapidamente costruendo la sua massa a circa 750 milioni di anni dopo il Big Bang, quando l’universo aveva
solo circa il cinque per cento della sua età attuale“ ha detto Bahram Mobasher, membro di una squadra della University of California, Riverside. “E’ stato quindi un probabile antenato di galassie
massicce e si è evoluta come la vediamo oggi“.
IL MISTERO DI UNA INSOLITA PULSAR
Nonostante l’avvento delle vacanze natalizie, i grandi telescopi continuano imperterriti il loro lavoro. Una nuova immagine proveniente dall’universo ha rilevato un insolito ornamento cosmico. I
dati del X-ray Observatory della NASA e dell’XMM-Newton dell’ESA, sono stati combinati per scoprire un giovane pulsar nei resti di una supernova situata nella Piccola Nube di Magellano, una
piccola galassia satellite della Via Lattea. In questa immagine composita, il blù rappresenta i raggi X di Chandra e dell’XMM-Newton, mentre il rosso ed il verde rappresentano i dati ottici dal
Cerro Tololo Inter-American Observatory in Cile. La pulsar, nota come SXP 1062, è la sorgente luminosa bianca situata sul lato destro dell’immagine al centro della emissione diffusa di colore blù
all’interno di un guscio rosso. I dati ottici mostrano inoltre spettacolari formazioni di gas e polveri in una regione di formazione stellare nella parte sinistra dell’immagine. Gli astronomi
sono interessati a SXP 1062 perché i dati dimostrano che è insolitamente lenta nella sua rotazione – circa una volta ogni 18 minuti. (Al contrario di alcune pulsar che si trovano a girare più
volte al secondo). Questo ritmo relativamente lento di SXP 1062 lo rende una delle pulsar più lente in assoluto. Due diversi team di scienziati hanno stimato che il resto di supernova intorno a
SXP 1062 è compreso tra 10.000 e 40.000 anni luce, come appare nell’immagine. Ciò significa che la pulsar è molto giovane dal punto di vista astronomico, da quando è stata formata presumibilmente
nella stessa esplosione che ha prodotto il resto di supernova. Quindi, supponendo che fosse nata con una rapida rotazione, è un mistero il motivo per il quale SXP 1062 sia stata in grado di
rallentare così tanto, e così velocemente. Il lavoro è già iniziato su modelli teorici per comprendere l’evoluzione di questo oggetto assolutamente insolito.
Immagine in home: Google immagini
Fonte:
http://www.meteoweb.eu/2011/12/scoperta-una-remota-galassia-che-crea-100-stelle-ogni-anno/105309/
http://www.meteoweb.eu/2011/12/astronomia-il-mistero-di-una-insolita-pulsar/105322/