Quella degli UFO nell'antichità è una teoria ufologica che, studiando opere e reperti antichi, punta a ricercare eventuali contatti di extraterrestri con la specie umana durante epoche passate. Tale campo di indagine è anche detto dagli ufologi clipeologia (dal latino clipëus, disco o scudo rotondo: clipeo), o paleoufologia o archeologia spaziale, ad imitazione di discipline scientifiche riconosciute. Questo tipo di teorie non sono invece riconosciute dalla comunità scientifico-accademica, mentre registrano un buon seguito nella letteratura popolare.
Un'idea in voga dagli anni settanta vuole che la storia dell'umanità sia potuta iniziare solo grazie all'avvento di popolazioni extraterrestri sovrasviluppate, che avrebbero fatto dono all'uomo della civiltà.
Questo primo contatto dell'umanità con esseri alieni dovrebbe essere avvenuto in tempi assai remoti, influenzando in modo determinante il corso delle antiche civiltà. Tale posizione è nota come "teoria del paleocontatto" o degli antichi astronauti ed è stata usata da vari autori, tra i quali Erich von Däniken, Peter Kolosimo e Zecharia Sitchin a partire dagli anni sessanta, in una serie di libri presto divenuti best seller a testimonianza dell'interesse popolare.
Secondo alcuni ufologi, gli alieni che per prima arrivarono sul pianeta Terra sarebbero stati originari della Grande Nube di Magellano, perché da come vengono descritti nei presunti contatti antichi, sono simili ad alieni visti da contattisti moderni che dicevano di essere originari della galassia satellite della Via Lattea.[1]
La teoria degli antichi astronauti, o teoria del paleocontatto, o paleoufologia è l'insieme di quelle idee, sviluppate a partire dalla metà del Novecento, che ipotizzano il contatto di civiltà extraterrestri con le antiche civiltà umane quali Sumeri, Egizi e civiltà precolombiane. Questo genere di teorie non sono in generale accettate a livello scientifico-accademico, con alcune eccezioni (un esempio l'astronomo e matematico Josef Allen Hynek), e vengono spesso fatte rientrare nel più vasto campo speculativo della controversa pseudo-archeologia o archeologia misteriosa.
Le teorie sul contatto delle antiche civiltà umane con gli extraterrestri sono divenute popolari a partire dagli anni settanta, con la pubblicazione dei libri di Erich von Däniken e Peter Kolosimo e in particolare dei bestseller di Kolosimo Non è terrestre (1969) e Astronavi sulla preistoria (1972). Tuttavia il substrato di tali teorie era già stato elaborato alcuni anni addietro, subito dopo gli anni cinquanta, con la nascita dell'ufologia assieme alle prime testimonianze documentate di avvistamenti di UFO. Questo tema si unì agli argomenti già elaborati da Charles Fort sull'apparente incoerenza cronologica di alcuni manufatti e al rinnovato interesse popolare degli anni sessanta nei confronti delle antiche civiltà e delle loro mitologie.
I sostenitori di questo gruppo di teorie affermano che vi sia stata un'influenza aliena nello sviluppo della civiltà e della specie umana, arrivando a mettere in discussione - almeno in parte - la teoria evolutiva di Charles Darwin, talvolta sostituendola con la tesi creazionista, sostenendo che il Dio creatore potrebbe aver creato la specie umana tramite angeli extraterrestri[senza fonte].
Se per la paleoantropologia tradizionale l'uomo è il risultato di un processo evolutivo durato tre milioni di anni che ha portato le protoscimmie africane via via ad assumere la stazione eretta e a sviluppare la propria intelligenza, andando a formare società via via più avanzate, i sostenitori di queste idee ipotizzano che l'uomo sia stato aiutato a compiere questo percorso, se non addirittura indotto e che nel passato siano avvenuti numerosi contatti fra alieni sbarcati sulla terra e popolazioni locali. Questi contatti, in taluni casi costituiti da soggiorni prolungati di extraterrestri sul nostro pianeta, avrebbero influenzato lo sviluppo di alcune civiltà, tracce a testimonianza di questi eventi sarebbero riconoscibili, secondo i fautori di queste teorie, studiando con una certa "forma mentis" alcuni reperti preistorici.
Tra i principali divulgatori di tali ipotesi vi sono stati l'archeologo e scrittore svizzero Erich von Däniken[1] e lo scrittore italiano Peter Kolosimo, che dalla seconda metà degli anni sessanta hanno prodotto una serie di libri di grande presa popolare diffusi in molti paesi del mondo. Altri popolari scrittori che più recentemente hanno ripreso questa teoria sono Zecharia Sitchin e Edgar Cayce.
L’avvento di Internet ha favorito la diffusione di tali idee, attraverso la nascita di innumerevoli siti web, per lo più amatoriali, che trattano di miti e presunti misteri mescolandoli assieme ad argomenti di archeologia divulgativa, ignorando, rigettando o mettendo in discussione le posizioni attualmente riconosciute nel mondo scientifico e accademico.